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Immagine del redattoreClaudia D'Auria

Dal primo libro sui vampiri in poi: romanzi, leggende e suggestioni

Il primo libro sui vampiri incentrato su questa figura, si sa, fu un romanzo gotico scritto da John Polidori nel 1819. Il suo titolo? Il vampiro, neanche a dirlo. A partire da quel momento, la figura spaventosa e affascinante del bevitore di sangue ha suggestionato l’immaginazione dei lettori approdando anche nei teatri, finché, nel 1897, Bram Stoker non pubblicò il romanzo sui vampiri più iconico e famoso di sempre: Dracula.

Ma da dove viene questa figura presente in moltissime leggende europee e non solo e come mai negli ultimi anni sono stati pubblicati così tanti libri sui vampiri? Scopriamolo insieme.


I romanzi sui vampiri più famosi

I romanzi sui vampiri appartengono al genere gotico, un tipo di letteratura nata in epoca romantica in cui elementi fantastici si mescolano con il soprannaturale e il mistero. Nonostante entità assimilabili ai vampiri, così come li intendiamo noi, fossero già presenti nel folklore europeo e non solo, questo termine acquisì una certa popolarità solamente nel Settecento, sull’onda delle superstizioni nate nell’Europa dell’Est e diffuse soprattutto nel territorio balcanico.

Attenzione, però: i vampiri di queste leggende non erano ancora quelli a cui siamo abituati noi, ma potevano essere cadaveri in decomposizione come figure in tutto e per tutto simili ai viventi. Tali superstizioni generarono una vera e propria isteria collettiva, che spesso spinse comunità terrorizzate a infilare paletti nel cuore dei cadaveri o a processare individui con l’accusa di vampirismo.

Fu sull’onda di queste suggestioni che nel 1819 Polidori scrisse il romanzo il Vampiro, subito seguito da Rymer e Prest che, in piena epoca vittoriana, pubblicatono Varney il Vampiro (1845). Pochi anni più tardi fu il turno di Carmilla di Le Fanu (1872), conturbante romanzo breve in cui la figura del vampiro iniziò ad acquistare la straordinaria sensualità che lo contraddistingue ancora oggi.

Dracula di Bram Stoker (1897) è il romanzo di vampiri per eccellenza, l’opera che più di tutte è entrata nella cultura di massa ispirando non solo altri libri di vampiri, ma anche film, serie tv, videogiochi e fumetti di varia natura.

Dando voce a uno stato d’ansia e di allerta proprio di un’epoca in cui il razionalismo si scontrava con la superstizione e con l’inspiegabile, Dracula propone un vampiro aristocratico, che si muove in un ambiente cupo e affascinante. La stessa struttura epistolare del romanzo contribuisce a generare un senso di orrore e di fascinazione nel lettore, che ricostruisce i tasselli della vicenda in maniera frammentata seguendo i vari punti di vista dei personaggi.


Le saghe sui vampiri

Alcuni libri sui vampiri usciti negli ultimi decenni sono delle saghe: la più famosa è senz’altro Le Cronache dei Vampiri di Anne Rice, da cui sono stati tratti film di grande successo come Intervista col vampiro. Questo famoso romanzo, uscito nel 1976 e diventato un best seller proprio come l’opera di Stoker, ha contribuito a plasmare un’immagine del vampiro meno terrificante e più romantica. Merito dei protagonisti, l’elegante e solitario Louis de Pointe du Lac, e il crudele, ma indimenticabile, Lestat Lioncourt.

A partire da Anne Rice la figura del vampiro nei romanzi contemporanei non è più legata a qualcosa di fosco, spaventoso e notturno: l’atto di mordere il collo delle vittime e bere il loro sangue e l’idea del vampiro nobile, colto e carismatico racchiudono in sé una vera e propria fascinazione, che ha generato (e sta generando) un ricco filone di libri sui vampiri romantici scritti per giovani adulti o young adult.

In queste opere, la figura gotica del bevitore di sangue ormai ha perso buona parte delle caratteristiche legate ai romanzi horror. Sono racconti in cui il vampiro è spesso dilaniato dall’amore per un essere umano e il suo bisogno di nutrirsi dello stesso, come nel caso della fortunata saga di Twilight di Stephenie Meyer, pubblicata nel 2005 e da lì approdata al cinema.


Ma a noi di Spirito Libero piacciono i romanzi sui vampiri? Parliamo di Sangue Normanno

Di vampiri, anzi, di vampir, si parla anche nel romanzo Sangue Normanno di Giovanni d’Angelo. L’affascinante (e vera) storia della fondazione della città campana di Aversa per mano del condottiero normanno Rainulfo Drengot, o Raynulpho, fa da ispirazione e da sfondo a un libro sui vampiri ambientato tra il passato medievale e il 1980, in cui trova posto il tema di che cosa voglia dire essere umani o non esserlo più: perché ricevere in dono il potere di essere un vampiro vuol dire allontanarsi dal consesso degli uomini per diventare qualcosa di differente e dalla vita lunghissima, quasi eterna.

In Sangue Normanno di Giovanni d’Angelo diventare vampiri è un’opportunità che non tutti possono o desiderano accettare, ricca di risvolti etici, che riporta alle origini la figura del vampiro. Il Dracula di Bram Stoker, del resto, si ispirava alla figura storica del sovrano transilvano del XV secolo Vlad Tepes III l’Impalatore, mentre Giovanni d’Angelo ha tratto ispirazione dall’affascinante figura del primo conte di Aversa dell’XI.

Le leggende sui vampiri

romanzi sui vampiri

Sangue Normanno è un romanzo sui vampiri che racconta le vicende storiche della fondazione di Aversa intrecciandole con il presente, ricordandoci come la figura del bevitore di sangue non vada circoscritta solo all’Ottocento, ma sia molto, molto più antica. Figure soprannaturali assimilabili ai vampiri erano note nella cultura egizia, mesopotamica, greca, ebraica e romana e compaiono, sebbene con delle differenze, nei miti di moltissime altre popolazioni sparse nei diversi continenti.

Nelle leggende europee, i vampiri sono creature redivive a cui, dopo la morte, continuano a crescere le unghie o i capelli o che non mostrano evidenti stati di decomposizione. In altri casi sono gonfi, scuri e sporchi di sangue sulla bocca. Alcune usanze popolari avevano lo scopo di evitare il ritorno dei morti sulla terra dei vivi: ecco perché erano diffuse pratiche come il seppellire i morti a testa in giù o inserire nelle tombe oggetti come falcetti o semi. In alcuni casi, i tendini del defunto venivano lesionati: una misura chiaramente volta a impedire che potessero uscire dal loro sepolcro.

Secondo le leggende sui vampiri, le pratiche per difendersi da queste creature spaventose o per riconoscerne le tombe sono piuttosto varie:

  • il classico aglio, il biancospino, la verbena e la rosa selvatica sono in grado di danneggiare e allontanare i vampiri, così come i semi di senape sparsi sul tetto di casa;

  • secondo le credenze più comuni i vampiri temono l’acqua santa, i crocefissi e il rosario. Non possono varcare una soglia se non invitati, camminare sul suolo consacrato di una chiesa oppure attraversare i fiumi;

  • per allontanare i vampiri si usano anche gli specchi: in talune comunità venivano posti vicino alla porta d’ingresso. Il motivo? I vampiri non riflettono la loro immagine e non proiettano la loro ombra perché, essendo già morti, non possiedono un’anima. Un dettaglio, questo, ripreso anche da Bram Stoker nel suo Dracula e usato ancora oggi;

  • sebbene i vampiri operino perlopiù la notte, la luce del sole non è in grado di danneggiarli, cosa che, invece, grazie al film Nosferatu è diventata la norma nell’odierna cultura di massa;

  • per uccidere il vampiro esistono numerosi metodi: secondo la cultura slava queste creature vanno impalate con dei paletti di frassino o di biancospino. L’arma deve essere piantata in bocca, nel cuore o nello stomaco. In Germania il vampiro può essere ucciso solo mediante decapitazione, mentre secondo altre popolazioni basta inserire pezzi di ferro o mattoni nella bocca dei cadaveri per scongiurarne il ritorno sulla terra.


La rappresentazione classica del vampiro: dai romanzi al cinema



Vampiro nell'immaginario collettivo

Dalla letteratura i vampiri sono entrati nel mondo del cinema, sfoggiando presto un aspetto iconico e ben definito, come i canini aguzzi e fuori misura (dettaglio preso da Rymer e Prest) e il terrore per la luce diurna, un elemento che, come abbiamo detto, è stato inserito per la prima volta nel film Nosferatu di Murnau (1922). Per il classico mantello dobbiamo aspettare Tod Browning con il suo Dracula interpretato dal carismatico Bela Lugosi nel 1931.

I vampiri hanno continuato a infestare il cinema comparendo in numerose altre opere: elencarle tutte è impossibile (e poco utile): tra le tante, però, ricordiamo Ammazzavampiri (1985), Dracula di Bram Stoker diretto da Coppola (1992), Lasciami entrare (2008) e, nell’accezione più romantica del genere vampiresco, la saga Twilight (2008). Le principali serie tv degli ultimi trent’anni che hanno per protagonisti i vampiri, invece, sono invece Buffy l’Ammazzavampiri, True Blood e The Vampires Diaries.

Il nostro excursus sui vampiri e la loro storia si è concluso: per noi di Spirito Libero è arrivato il momento di riprendere a leggere Sangue Normanno di Giovanni d’Angelo, ma prima di lasciarvi, ascoltate un paio di consigli alla Van Helsing: se uscite di notte copritevi il collo e… attenti a quello che vi offrono da bere!


 

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