Sceneggiatura per un delitto di Fulvio Di Chiara
«Quale sublime scena sarebbe,
la morte che irrompe sul palcoscenico e con il sangue
trasforma la finzione in realtà!»
È proprio quello che accade ad Amleto, al secolo Luigi Ranieri, quando porta in scena il suo ultimo dramma. La finzione teatrale diventa una tragica realtà di fronte alla platea.
Sandro e Vittorio assistono a uno spettacolo teatrale che si conclude con il suicidio del protagonista: l’attore, nome d’arte Amleto, si spara un colpo di pistola e cade esanime con il sangue che gli cola sulla faccia. Sipario giù. La scena è talmente realistica che gli spettatori rimangono interdetti, in silenzio, fino a che il sipario si rialza e Amleto è lì, in piedi, pronto a ricevere gli applausi del suo pubblico.
Durante una successiva replica dello spettacolo, Amleto si spara, come da copione, ma non si rialzerà. È morto.
Omicidio o suicidio? Un nuovo rompicapo per il commissario Sanfilippo e i suoi amici Sandro e Vittorio.
FULVIO DI CHIARA
Fulvio Di Chiara non esiste, almeno non come persona in carne e ossa, è infatti lo pseudonimo dietro cui si celano due autori: Chiara Nervo e Fulvio Tango.
Chiara nasce a Torino nel 1979. Si laurea al Politecnico di Torino in Ingegneria delle Telecomunicazioni. Attualmente lavora in una grande azienda come software engineer.
Sin da ragazza coltiva la passione per il disegno e la pittura. Alla scrittura ci arriva più tardi, quando trasferisce dal pennello alla penna la sua capacità di cogliere la complessità del reale nelle singole immagini "che nell'attimo celano l'eterno". Così Chiara porta avanti le sue storie, immagine dopo immagine, dipingendo con le parole la realtà esteriore e interiore dei personaggi che crea, fino a che il quadro è completo.
Fulvio nasce nel 1975, è laureato in Filosofia con indirizzo Socio Antropologico e in Scienze Religiose. Attualmente lavora come docente nella scuola media.
Lettore compulsivo sin da giovanissimo, si cimenta però con la scrittura solo da alcuni anni. Nelle sue storie alterna situazioni comiche a eventi drammatici, passando dalla commedia al dramma e viceversa, come fossero due facce della stessa medaglia.
Chiara e Fulvio sono compagni nella vita, hanno deciso di scrivere insieme perché condividono la passione per il giallo che sconfina nella commedia sullo stile di Fruttero e Lucentini, di Camilleri e più recentemente di Frascella.
Presto hanno scoperto che i loro stili si incastrano perfettamente, tanto che, alla fine della stesura del romanzo, loro stessi non sanno più dire quali parti ha scritto l'una e quali l'altro. Scherzando (ma non troppo) sostengono che un'entità a turno li possiede e manda avanti la storia.
Chissà che, in fin dei conti, Fulvio Di Chiara non esista davvero.
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